Mancano lavoratori nel Nordest: i posti ci sarebbero ma i candidati no. Scuole inadeguate alla richiesta del mondo del lavoro e giovani poco inclini a fare determinati mestieri

AlT="Mancano lavoratori"/>

In quattro casi su dieci i candidati non hanno il profilo professionale richiesto o non sono disposti a intraprendere determinate carriere.

Le tipologie di impieghi per i quali non si trovano lavoratori:

  • personale altamente qualificato
  • figure con bassi livelli di competenze

Quelli maggiormente richiesti e che la domanda non riesce a soddisfare sono i tecnici informatici (quindi programmatori di hardware e software, ma anche addetti alla manutenzione dei computer), le badanti e gli operai specializzati del settore metalmeccanico, nello specifico saldatori, fresatori, lattonieri, ma anche montatori di carpenteria metallica, fonditori e fabbri ferrai.

Scarseggiano pure giovani italiani disposti a fare mestieri che s’imparano sul campo come l’idraulico, il calzolaio e il carpentiere.

Insufficienti rispetto alla richiesta anche cuochi, camerieri e camionisti o in ogni caso persone con le patenti C e D per guidare mezzi pesanti.

Uno studio condotto nello scorso mese di gennaio da Unioncamere-Anpal, (Agenzia nazionale politiche attive lavoro), svela che il 32,8 per cento delle assunzioni previste dagli imprenditori sono diffivili da fare, a causa dell’impreparazione o dell’assenza dei candidati.

Questo significa che su poco meno di 500 mila assunzioni a livello nazionale in calendario a gennaio 2020, per 151.300 gli imprenditori intervistati hanno segnalato molte difficoltà a coprire i posti di lavoro di cui il 15,7 per cento per mancanza di candidati (poco meno di 72.500) e un altro 13,8 per cento per la scarsa preparazione (circa 63.700).

Nella classifica delle Regioni le realtà che occupano i primi posti sono Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto.

Se per i primi le difficoltà di reperimento sono strutturali a causa anche dello scollamento che in alcune aree del Paese si è creato tra la scuola e il mondo del lavoro, i secondi sono invece profili che spesso i nostri giovani rifiutano e solo in parte vengono coperti grazie agli stranieri.

A livello provinciale la situazione più critica si registra a Gorizia. Qui gli imprenditori sostengono che a fronte di 1.430 assunzioni programmate, quasi la metà (48,1%) è difficile da coprire per mancanza di lavoratori (28,2%) o per poca preparazione (17,%). A Trieste su 1.520 neo assunti l’incidenza di difficile reperimento è del 45,5%, a Vicenza su 9.140 ingressi è del 44,6%, a Pordenone a fronte di 2.820 nuovi occupati il 44,2% è introvabile. I numeri si fanno anche più alti a Treviso, dove gli imprenditori erano disposti a dare 8.540 nuove opportunità di lavoro, delle quali il 42,3% sarà restituita al mittente. Questo comporta un forte rallentamento nella crescita dell’occupazione e non per mancanza di offerta.

Altro fenomeno tutto italiano sta nel fatto che pur avendo un numero di diplomati e laureati tra i più bassi d’Europa, gli occupati sovra istruiti, cioè che ricoprono mansioni inferiori rispetto al titolo di studio, sono sei milioni: il 24,2% dei lavoratori totali e il 35% di quelli con diploma o laurea.

Right Menu Icon