Ecco gli aiuti messi in atto dal decreto Legge 9/2020 per fronteggiare il coronavirus. La situazione resta critica, si doveva fare di piu.

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Ci saremmo aspettati più flessibilità negli interventi, meno burocrazia, superiore dotazione finanziaria, maggiori tutele per i lavoratori interessati.

Affrontare l’emergenza sanitaria in atto non è cosa semplice, soprattutto è difficile fronteggiare tutte le ripercussioni che tale emergenza proietta nel mondo del lavoro, e della vita di tutti i giorni.

Le ricadute economiche saranno pesanti, anche al di fuori delle aree colpite dal virus.

Diversi i settori coinvolti, dal settore industriale-manifatturiero, alla drammatica situazione del settore turistico, ai trasporti.

Gli interventi messi in atto dal Decreto 9/2020, sono calibrati solo per le imprese ed i lavoratori direttamente o indirettamente collegati alle zone rosse.

Per tutte le altre arie del Paese le risposte che il Decreto 9/2020, mette in campo sono probabilmente insufficienti.

Zona rossa

Alcune norme sono state stabilite in favore esclusivo delle zone rosse e cioè degli 11 comuni più direttamente colpiti dall’emergenza sanitaria. (Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione d’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini e Vo’).

Le aziende che hanno unità produttive in zona rossa possono beneficiare delle più ampie tutele straordinarie previste dal decreto in funzione del proprio inquadramento previdenziale. In altri termini possono attivare Cigo/Fis (per chi ce l’ha) oppure la cassa integrazione in deroga (se prive di qualsiasi copertura). Se, invece, le aziende hanno in corso una Cigs possono sospenderla e richiedere le tutele straordinarie per non consumare i contatori dei limiti di durata previsti dal Dlgs 148/2015.

Se le imprese sono collocate fuori dalla zona rossa possono comunque richiedere l’integrazione salariale per i dipendenti che risiedono in tale zona.

Zona gialla

Le imprese che operano in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, non nella zona rossa, a cui non si applicano i normali ammortizzatori sociali previsti dal Dlgs 148/2015, possono richiedere la cassa integrazione in deroga per un mese previo accordo sindacale e gli effetti possono essere retroattivi a partire dal 23 febbraio, sempre che ci sia stata una effettiva sospensione o riduzione del lavoro.

Resto del territorio

Almeno al momento, per le aziende che operano sul territorio nazionale in zone diverse da quella rossa o gialla non è prevista alcuna tutela speciale. Pertanto dovrà essere valutato se è attivabile la Cigo, la Cigs o l’assegno ordinario del Fis sempre nel rispetto dei vincoli rigidi previsti dal decreto 148/2015.

Senza strumenti le aziende che non superano i 5 addetti.

Le micro imprese, ossia quelle con un organico mediamente non superiore a cinque dipendenti che lavorano al di fuori delle zone rossa e gialla, sono escluse da qualsiasi tutela contro il coronavirus pur subendone le conseguenze negative.

Inoltre da tenere presente che le imprese della zona gialla o delle altre regioni possono, in ogni caso, richiedere gli ammortizzatori speciali solo per i lavoratori che risiedono nella zona rossa.

Ecco il Decreto Legge n.9-2020.pdf

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