È fuga dal Friuli Venezia Giulia: siamo al 1º posto per l’emigrazione di giovani cervelli

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I dati della rilevazione sulle cancellazioni anagrafiche. Lo scorso anno se ne sono andati 4 residenti su mille

Italiani in fuga, in dieci anni persi 100mila laureati in Italia. Primato del FVG
Al FVG il più alto tasso di emigratorietà in Italia.

In dieci anni l’Italia ha perso 100mila laureati.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat il 53% degli italiani che si è trasferito al’estero nel 2018 è in possesso di un titolo di studio medio-alto: circa 33 mila diplomati e 29 mila laureati.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat continua ad aumentare il numero degli italiani che cerca fortuna all’estero. Le regioni del settentrione tuttavia riescono a limitare i danni grazie alle migrazioni interne. Il Sud al contrario rischia la desertificazione.

Nel 2018 le cancellazioni anagrafiche per l’estero (emigrazioni) sono 157
mila (+1,2% sul 2017). Di queste, quasi tre su quattro riguardano emigrati italiani
(117 mila, +1,9%).
Le iscrizioni anagrafiche dall’estero (immigrazioni) sono circa 332 mila,
per la prima volta in calo rispetto all’anno precedente (-3,2%) dopo i costanti
incrementi registrati tra 2014 e 2017. Più di cinque su sei riguardano cittadini
stranieri (286 mila, -5,2%).
Il volume della mobilità interna totale è di 1 milione 358 mila trasferimenti
(+1,8%).

Le emigrazioni dei cittadini italiani sono il 74% del totale (116.732). Se si considera il numero dei rimpatri (iscrizioni anagrafiche dall’estero di cittadini
italiani), pari a 46.824, il calcolo del saldo migratorio con l’estero degli italiani (iscrizioni meno
cancellazioni anagrafiche) restituisce un valore negativo di 69.908 unità. Il tasso di emigratorietà dei
cittadini italiani è pari a 2,1 per 1.000.
Nel decennio 1999-2008 gli italiani che hanno trasferito la residenza all’estero sono stati
complessivamente 428 mila a fronte di 380 mila rimpatri, con un saldo negativo di 48 mila unità. Dal
2009 al 2018 si è registrato un significativo aumento delle cancellazioni per l’estero e una riduzione
dei rientri (complessivamente 816 mila espatri e 333 mila rimpatri); di conseguenza, i saldi migratori
con l’estero dei cittadini italiani, soprattutto a partire dal 2015, sono stati in media negativi per 70 mila
unità l’anno (Figura 1).
La regione da cui emigrano più italiani, in valore assoluto, è la Lombardia con un numero di
cancellazioni anagrafiche per l’estero pari a 22 mila, seguono Veneto e Sicilia (entrambe oltre 11
mila), Lazio (10 mila) e Piemonte (9 mila). In termini relativi, rispetto alla popolazione italiana
residente nelle regioni, il tasso di emigratorietà più elevato si ha in Friuli-Venezia Giulia (4 italiani su
1.000 residenti), Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta (3 italiani su 1.000), grazie anche alla posizione
geografica di confine che facilita i trasferimenti con i paesi limitrofi. Tassi più contenuti si rilevano nelle
Marche (2,5 per 1.000), in Veneto, Sicilia, Abruzzo e Molise (2,4 per 1.000). Le regioni con il tasso di
emigratorietà con l’estero più basso sono Basilicata, Campania e Puglia, con valori pari a circa 1,3
per 1.000.
A un maggior dettaglio territoriale, i flussi di cittadini italiani diretti verso l’estero provengono
principalmente dalle prime quattro città metropolitane per ampiezza demografica: Roma (8 mila),
Milano (6,5 mila), Torino (4 mila) e Napoli (3,5 mila); in termini relativi, tuttavia, rispetto alla
popolazione italiana residente nelle province, sono Imperia e Bolzano (entrambe 3,6 per 1.000),
seguite da Vicenza, Trieste e Isernia (3,1 per 1.000) ad avere i tassi di emigratorietà provinciali degli
italiani più elevati; quelli più bassi si registrano invece a Parma e Matera (1 per 1.000).

report migrazioni dati istat

 

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