Cultura e prevenzione, contro la violenza sulle donne

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C’è un dato che fotografa plasticamente che cos’è oggi la violenza contro le donne in Italia. Dalle analisi ISTAT sappiamo che una donna su tre è vittima di violenza nell’arco della propria vita, ma di queste solo una donna su dieci denuncia la violenza subita. Davanti a questo fenomeno, ancora in grandissima parte sommerso e sconosciuto, per quanto in evoluzione anche grazie ai numerosi interventi normativi di questi anni, abbiamo il compito non facile di definire politiche pubbliche adeguate a combatterlo.

Prevenzione e protezione delle vittime, lo possiamo fare costruendo una risposta complessa, che parta dalla consapevolezza che pene più severe già ci sono e purtroppo non sono sufficienti, che non basta gridare all’emergenza a favore di telecamere, ma è indispensabile invece abbattere, attraverso educazione, conoscenza e formazione, stereotipi e pregiudizi radicati e ancora troppo diffusi nella nostra società.

È sufficiente osservare la diffusa e alta disparità salariale tra lavoratrici e lavoratori, o la grande disuguaglianza di partecipazione delle donne italiane alle forze di lavoro, o ancora la rigidità dei ruoli domestici nelle nostre famiglie da cui deriva un lavoro di cura ancora troppo poco condiviso.

Tutti questi sono tasselli diversi di un’unica fondamentale battaglia, che si gioca principalmente sul piano culturale e politico contro i divari e le disuguaglianze delle donne. Da questo punto di vista, la violenza è soltanto la punta dell’iceberg. Resta però che ogni sua forma, dalla più grave a quella più velata, accade perché il terreno culturale retrostante è fertile, conservando e proponendo un’immagine della donna stereotipata, fonte di squilibri e discriminazioni insopportabili.

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