Conte firma il Dpcm 22 marzo. La risposta dei sindacati: “Attività essenziali o sciopero” “Difronte all’emergenza non tutto è essenziale”

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Pubblicato l’elenco della attività che potranno restare attive anche dopo il 25 marzo. Cgil, Cisl e Uil annunciano una mobilitazione a difesa della salute dei lavoratori se a restare aperte non saranno davvero le attività fondamentali.

La validità dei Dpcm e delle ordinanze emanate finora viene uniformata al 3 aprile. Le imprese le cui attività non sono sospese dovranno rispettare “i contenuti del protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus covid-19 negli ambienti di lavoro e sottoscritto il 14 marzo 2020 fra il Governo e le parti sociali”. Ottanta le voci nell’elenco delle attività che continueranno a rimanere aperte.

La posizione dei sindacati

“Lotta, mobilitazione e sciopero se non essenziali”

“CGIL, CISL e UIL invitano e sostengono le proprie categorie e le Rsu, appartenenti ai settori aggiunti nello schema del decreto che non rispondono alle caratteristiche di attività essenziali a mettere in campo tutte le iniziative di lotta e di mobilitazione fino alla proclamazione dello sciopero”.

Difatti, dicono i sindacati, “il decreto del Governo sulle attività essenziali ha allargato eccessivamente le maglie.
L’elenco delle attività contenute nel decreto è troppo ampio e sta consentendo a tante aziende di tornare indietro
rispetto all’ipotesi di sospensione dell’attività. È evidente che il Governo ha ceduto alle
pressioni di Confindustria che cinicamente continua ad anteporre la logica del profitto a
quella della tutela della salute dei lavoratori.”  “Se Cgil Cisl e Uil  – continuano le parti sociali – non fossero intervenute nella serata di ieri,  minacciando lo sciopero generale per ridurre le attività considerate essenziali
contenute nel decreto, ci saremmo trovati oggi di fronte ad un decreto che sostanzialmente
modificava poco rispetto alla situazione precedente. Inoltre, i contenuti del decreto
conferiscono ampi poteri di deroga, rispetto al criterio di essenzialità, al Ministero delle
Attività produttive e dell’Economia e Finanza oltre ad ampliare il potere sulla stessa
materia alle Prefetture.”
Filctem Femca e Uiltec Nazionali condividono il documento unitario delle
Confederazioni e garantiranno copertura politica per tutte le iniziative che le strutture e le
Rsu, appartenenti ai settori aggiunti nello schema del decreto che non rispondono alla
caratteristica di attività essenziali, riterranno opportuno mettere in campo, fino alla
proclamazione di sciopero.
Inoltre, Filctem, Femca, Uiltec ritengono che per tutti coloro che dovranno con il
loro lavoro assicurare i servizi essenziali per il paese, l’applicazione del protocollo del 14
marzo sia indispensabile per garantire il diritto costituzionale alla salute individuale e
collettivo. Pertanto, chiedono misure stringenti per garantire l’applicazione del protocollo
stesso con l’intervento, se necessario, delle autorità sanitarie e delle forze di sicurezza, ove
questo non avvenisse Filctem Femca e Uiltec nazionali garantiranno copertura politica a
tutte le strutture e le Rsu per tutte le iniziative che sarà necessario mettere in campo per
far rispettare il Protocollo condiviso del 14 Marzo fino alla proclamazione dello sciopero.

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